1. Padri, educate i vostri figli

 

Ogni volta che una coppia crea un figlio crea una scintilla che non può mai spegnersi, qualcuno che esisterà per sempre o in paradiso o all’inferno. I figli che sono educati male non vanno incontro ad un pacifico oblivio (Wilson, p.13), leggete Matteo 18:2-6. “Quando i papà mirano bene, i figli colpiranno il bersaglio” (Rogers, p. 186). Il problema è che molti papà non mirano bene e invece provocano i loro figli ad ira. In Efesini 6:4 Paolo scrisse direttamente ai padri a riguardo della loro educazione dei figli. E’ responsabilità del padre quella di creare un’atmosfera in casa in cui i suoi figli possono scegliere facilmente di seguire Gesù (Rogers, p. 191). Ma leggiamo Efesini 6:4: quali istruzioni speciali Paolo diede ai padri? Due: i padri devono 1) stare attenti a non provocare i loro figli ad ira, e 2) devono istruirli nel Signore. I padri devono dunque educare, non irritare (Henderson, p. 57).

 

  1. Perché pensate che Paolo diresse queste istruzioni ai padri e non alle madri? 1) Una debolezza dei padri in particolare è la loro portentosa abilità di provocare i figli ad ira (leggasi anche il passaggio parallelo, Colossesi 3:21); 2) E’ responsabilità principalmente dei padri far in modo che i figli siano educati nelle cose del Signore.

 

  1. In che modo i padri possono provocare i figli ad ira? 1) John Piper ha indicato che i padri hanno la capacità unica di far chiudere i loro figli in un meccanismo di autoprotezione, e di farli così indurire ed arrabbiare. Come? Comportandosì anche loro in questo modo. Paolo aveva già parlato di rabbia in Efesini 4:31-32 (leggasi). Se il papà è arrabbiato e scocciato lo saranno pure i suoi figli. La rabbia è come un DNA difettoso che il padre passa ai suoi figli. Il rimedio si trova anche in 4:31 (“Come Dio ci ha perdonati in Cristo”). Leggasi anche Giacomo 1:20. Papà: sei amareggiato? Sei un uomo di rabbia? Ti adiri spesso? Ecco altre azioni che se compiute dai padri possono provocare un figlio ad ira: 2) umiliare un figlio (disciplinarlo davanti agli altri); 3) crudeltà fisica (disciplina compiuta con rabbia); 4) viziare un figlio; 5) essere irragionevole o non apprezzare il livello di maturità di un figlio; 6) iperprotezionismo (che conduce a frustrazione); 7) favoritismo (di un figlio sull’altro); 8) parole scoraggianti (“Non sarai mai capace di niente!”); 9) negligenza benigna (mancanza di interesse); 10) perfezionismo (non pretendere troppo!); 11) essere dominante e pesante; 12) incoerenza nella disciplina (fatta in modo capriccioso); 13) inadempienza di promesse (come, “ti porto fuori questo fine settimana” e poi dimenticarsene); 14) non praticare l’ubbidienza: niente mina l’ubbidienza dei figli più dell’ipocrisia dei genitori, che sono l’autorità e l’esempio dei figli. Anch’essi devono mostrare di essere sotto l’autorità del Signore (Wilson, p. 37).

 

Studiamo adesso la parola “educateli” (6:4). Essa proviene dalla medesima parola usata in Efesini 5:29 (ektrepho), lì tradotta, “nutre”. I padri non devono ignorare i loro figli dal punto di vista spirituale, lasciando che se la cavino da soli. Devono attivamente nutrirli nelle cose del Signore. Inoltre, i padri non devono annoiare i figli nelle cose del Signore, non devono fare i professorini, e non devono essere pesanti. La disciplina di un padre deve essere nutriente. L’istruzione di un padre deve essere nutriente. L’obiettivo è vedere i figli entrare nel regno di Dio. La disciplina non è un sostituto della rigenerazione. L’obiettivo è la salvezza, non meramente figli che si comportano bene (Wilson, p. 15). Ripetiamo: è responsabilità del padre quella di creare un’atmosfera in casa in cui i suoi figli possono scegliere facilmente di seguire Gesù (Rogers, p. 191).

 

Leggete Malachia 3:1 ed 11:10. Secondo Gesù, Giovanni il Battista era il messaggero mandato per preparare la via del Signore profetizzato da Malachia. Leggete anche quest’altra profezia di Malachia, al capitolo 4, verso 5, insieme a Matteo 11:13-14. Secondo Gesù, il Battista fu l’adempimento della profezia della venuta di Elia, come abbiamo già detto, ma Malachia predisse anche quello che sarebbe accaduto alla venuta di questo messaggero: egli avrebbe volto il cuore dei padri ai figli. Si potrebbe dire che uno dei segni che un padre è davvero nel nuovo patto è che il suo cuore è rivolto ai suoi figli, e vorrà nutrirli nelle cose del Signore del nuovo patto. Ricordatevi di essere dei servitori: chi è il padrone delle pecore? Il pastore. Chi è il servitore delle pecore? Il pastore. Chi è il padrone del bambino? I genitori. Chi è il servitore del bambino? I genitori. Gesù ha detto che chiunque desidera essere il più grande deve essere il servo di tutti. Il marito è il capo della casa, e quindi deve anche essere il più grande servitore della casa.

 

  1. Adesso parliamo un pò della disciplina. Leggete Proverbi 29:17. In base ad Efesini 6:4 chi ha la responsabilità, tra padre e madre, per la disciplina e l’istruzione nel Signore (6:4)? Vedi Deuteronomio 6:1-9. La responsabilità è tutta del padre. Questo non significa che la compie tutta lui, ma che è lui responsabile dell’educazione che viene data ai figli. Secondo Deuteronomio 6:6-7 (magari rileggetelo), l’educazione dei figli nelle cose del Signore è un affare 24/7: è un discepolato che avviene mentre si vive la vita di tutti i giorni. Madri: anche voi! Benché sia responsabilità del padre, sarebbe impossibile educare i figli senza il supporto e l’aiuto di un aiuto convenevole come quello di una madre cristiana. Dio ha designato i padri ad avere bisogno delle madri. Ad esempio, si guardi all’impatto che ebbero una pia madre e una pia nonna su Timoteo (II Timoteo 1:5)! Di Timoteo si potrebbe chiedere: dov’era suo padre? Era morto? Era pagano? Idealmente è il padre che deve istruire i suoi figli nelle cose del Signore, ma sia lodato il Signore per le madri che lo fanno!

 

  1. Qual è la differenza tra disciplina ed educazione? Il verbo “disciplinare” è di solito visto come una punizione per la disubbidienza. Ma “educare” è insegnare ad una persona un comportamento (come si potrebbe dire di atleti, o di studenti). Educare potrebbe includere il disciplinare. Cosa voleva dire Paolo con “disciplina” in Efesini 6:4? Si legga Proverbi 3:11-12, 13:24, 22:15, 23:13-14, 29:15, e II Timoteo 3:16. La parola greca per “disciplina” (paideia) in realtà significa “educazione”. La stessa parola è usata in II Timoteo 3:16 in congiunzione alla parola “giustizia” (leggasi). I padri devono educare i loro figli, e non meramente punirli per le loro infrazioni. La radice della parola paideia è la parola pais, che significa bambino. Un pediatra è un dottore dei bambini. Paideia significa educazione dei bambini, ed include anche l’idea di correzione. Si legga Proverbi 22:6. John Piper ha detto che paideia è l’azione che un padre compie nel trasmettere ad un figlio le capacità, le abilità e soprattutto il carattere per vivere una vita alla gloria di Dio, in adorazione di Dio. L’adorazione non è qualcosa che facciamo soltanto negli incontri della chiesa. E’ uno stile di vita di ubbidienza. Tutto quello che siamo e facciamo dovrebbe costituire un atto di adorazione. Dobbiamo prendere seriamente i comandamenti di istruire ed educare i figli perché lo facciamo in adorazione di Gesù. In questo senso perfino sculacciare i vostri figli dovrebbe essere un atto di adorazione, e se non lo è non dovrebbe essere fatto (non dovrebbe essere fatto per rabbia, frustrazione, o vendetta).

 

Adesso parliamo dell’importanza dell’educazione dei figli. Vi è frustrazione quando non vi è una disciplina che nutre i figli. Se i tuoi figli ti danno noie, è colpa tua! Essi devono essere educati. Educare è la differenza tra una casa a prova di figlio ed un figlio a prova di casa! L’educazione è fatta di tante piccole cose. Perfino stabilire un orario in cui si va a letto fa la differenza. Uno studio inglese su questo punto ha mostrato che i figli che non osservano un regolare orario di riposo hanno una chance molto più alta di soffrire di problemi comportamentali. Problemi simili al jet lag, e più sono protratti più peggiorano. I genitori che mettono i figli a letto ad orari regolari notano un miglioramento nel loro comportamento, così come lo notano i loro insegnanti scolastici. Andare a letto ad orari diversi può scombussolare i ritmi del corpo e causare perdita di sono. Questo a sua volta mina il funzionamento del cervello e la capacità di saper regolare altri comportamenti (Professor Yvonne Kelly, University College London, Department of Epidemiology and Public Health).

 

Ma educare ad un comportamento esteriore è soltanto una parte del vostro compito. Quanto è ancora più importante è l’educazione al carattere interiore. Susannah Wesley, madre di John e Charles Wesley, educò diciassette figli e questo è quello che disse: “Il genitore che studia come dominare la caparbietà di un un figlio sta cooperando con Dio nel rinnovamento e nella salvezza di un anima. Il genitore che invece indulge questa caparbietà compie l’opera del diavolo, rende la religione impossibile, la salvezza inottenibile, e sta facendo tutto quello che serve per dannare suo figlio, corpo ed anima, per sempre” (The Journal of John Wesley, p.106). Proverbi: 3:11-12, leggasi. Il Signore ci ama come siamo, ma ci ama troppo per lasciarci come siamo! Egli opera per renderci come Gesù, e così anche i genitori, e specialmente i padri, devono fare coi loro figli.

 

  1. Adesso parliamo del dolore nell’educare i figli. Cosa impariamo sulla disciplina da Ebrei 12:6 e 12:11? 1) Dio Padre ci disciplina ancora come suoi figli adulti. E, secondo Ebrei 12:6, una persona che si rifiuta di disciplinare suo figlio lo sta in effetti sconfessando (Wilson, Federal Husband, p. 97). La disciplina deve essere fatta per amore e non per rabbia, frustrazione o vendetta. Deve essere giusta e deve essere coerente. 2) La disciplina è dolorosa. A volte le madri sono troppo tenere, e questa può essere una gentilezza che uccide. Dio ci ha obbligato ad usare anche il dolore per chi amiamo, proprio come Egli Stesso fa quando ci disciplina (Ebr. 12:11).

 

In che modo Ebrei 12:6, 11 può impattare l’educazione che diamo ai nostri figli? Facciamo un esempio. Molte persone eccedono il limite di velocità di 10 km/h perché sanno che non prenderanno una multa. Ma immaginate se la polizia non facesse più alcuna multa per eccesso di velocità, e in vece non facesse altro che lamentarsi e minacciare. Di fatto, non vi sarebbe più alcun limite di velocità. Se si eccede il limite, il poliziotto potrebbe magari fermarti e spiegarti quanto lo rende triste il fatto che tu hai ecceduto il limite. Oppure immaginate il poliziotto seduto al lato della strada, rosso ed arrabbiato, a protestare a pungo chiuso contro ogni auto che eccede il limite. L’ordine pubblico presto svanirebbe del tutto (Pearl, p. 22).

 

Leggete Proverbi 13:24. Nessun padre cristiano direbbe a sua moglie: “Cara, distruggiamo i nostri figli”. Tuttavia se non li disciplinate, questo è esattamente quello che state facendo. Li state odiando (Wilson, p. 142).

 

Leggete proverbi 22:15. Proverbi dice di usare la verga, che nell’antica cultura ebraica era una specie di bastoncino. I genitori devono stare attenti a sculacciare il figlio a mani nude, perché le mani possono causare una contusione. Serve un dolore superficiale, e non una contusione dei muscoli. Per questo gli ebrei lo facevano con un bastoncino, o uno strumento simile. Potete farlo anche lasciando il pannolino, nel caso di bambini più piccoli. Leggete anche Proverbi 23:13-14 e 29:15. La disciplina deve essere compiuta in linea con Galati 6:1: il suo proposito è non la vendetta ma l’insegnamento, l’educazione e la costruzione del carattere. Il peccato commesso dal figlio deve essere identificato e nominato. Si potrebbe anche menzionare un passaggio appropriato dalla Scrittura. C’è spazio di manovra per quanto riguarda la maturità, ma non la moralità. Il goal della disciplina di un padre è insegnare al figlio ad onorare suo padre e sua madre (Wilson, p. 100). Dopo la disciplina, i padri devono confortare ed incoraggiare i figli (leggete Salmo 103:13-14). Ci deve essere un cuore amorevole dietro la disciplina.

 

  1. Quando si pensa alla parola “istruzione” (Ef. 6:4), cosa viene in mente? Vedete I Corinzi 4:14, I Tessalonicesi 5:14, II Tessalonicesi 3:!5. Potremmo pensare ad una lettura in classe, ma la parola greca significa più di questo. Proviene dalla parola nouthesia, che vuol dire letteralmente “un mettere in testa”. E’ istruire con la parola, di solito una parola di rimprovero o rimostranza (Exegetical Greek Text, p. 377). Ha meno a che fare con l’informazione che con le giuste attitudini e principi di comportamento (MacArthur, p. 319). E’ un’ammonizione, istruzione, avvertimento (BAGD, p. 544). E’ un’istruzione molto orientata all’applicazione pratica. La medesima parola viene usata nei passaggi di Corinzi e Tessalonicesi menzionati sopra, ed è tradotta come “ammonizione”. In sostanza, quindi: i padri devono nutrire i loro figli nell’educazione ed ammonimento del Signore.

 

  1. Ma che significa “del Signore”? La disciplina è qualcosa che appartiene al Signore. I figli devono ubbidire ai loro genitori “nel Signore” (6:1). I padri devono educare i loro figli nell’istruzione “del Signore” (6:4). Quale tipo di cose appartengono all’istruzione e disciplina del Signore? Attitudini, azioni e carattere. Lo ripetiamo per la terza volta: è responsabilità del padre quella di creare un’atmosfera in casa in cui i suoi figli possono scegliere facilmente di seguire Gesù (Rogers, p. 191). La famiglia, non la chiesa, è designata da Dio per essere il veicolo principale per educare i figli nelle cose del Signore. La “scuola domenicale” dovrebbe quindi essere ripensata. In origine essa fu un ministero evangelistico iniziato in alcune chiese inglesi per i figli indigenti di genitori infedeli. Nessun genitore credente che si ritenga degno del nome di cristiano dovrebbe quindi mandare i suoi figli alla scuola domenicale, perché questo implicherebbe che lui ha fallito il suo compito. E’ compito della famiglia, e non della chiesa, insegnare ai figli le cose del Signore. Quali sono alcuni modi utili per insegnare ai figli le cose del Signore? 1) I catechismi per bambini; 2) libri di storie bibliche per bambini; 3) devozioni di famiglia (lettura e preghiera insieme); 4) insegnamento come stile di vita durante le opportunità della vita di tutti i giorni; 5) portarli all’incontro della chiesa.

 

  1. E dunque? Cosa fare? Padri, cosa potete fare per evitare di provocare i figli ad ira? Evitate voi stessi la rabbia! Come capofamiglia, servite i vostri figli proponendovi di educarli ed ammonirli nelle cose del Signore. Pregate per loro, come faceva Giobbe (Leggete Giobbe 1:1-5). Educateli ed ammoniteli nelle cose del Signore. L’obiettivo è vederli venire a Cristo, il Signore, ed apprezzarlo come il loro Signore e Salvatore, il loro più grande tesoro! Dobbiamo condurre i nostri figli ad amare Cristo sopra ogni cosa, e ad essergli fedeli. Questo include i nostri figli adulti (secondo John Piper).

 

 

Bibliografia:

Growing Kids God’s Way  by Gary Ezzo

Instructions for Training in Righteousness by Doorposts

Baby Wise series by Gary Ezzo

To Train Up A Child, Michael Pearl

What the Bible Says about Child Training, Fugate

 

 

Riferimenti:

Bauer, Arndt, Gingrich, Danker, A Greek-English Lexicon of the New Testament (Chicago: University of Chicago Press, 1979)

McArthur, John The McArthur New Testament Commentary: Ephesians (Chicago: Moody Press, 1986)

Henderson, MATBS Theological Journal, Ephesians, Vol. 3, No. 1 (Memphis, TN)

Pearl, Michael & Debi, To Train Up A Child (Pleasantville, TN: 1994)

Rogers, Adrian, Adrianisms (Collierville, TN: Innovo Publishing, 2015)

Wesley, John The Journal of John Wesley (Chicago: Moody, 1951)

Wilson, Douglas, Federal Husband (Moscow, ID: Canon Press)

Wilson, Douglas, Standing On The Promises (Moscow, ID: Canon Press, 1997)

 

 

Traduzione ed adattamento di F. De Lucia, con permesso dell’autore, dall’articolo originale https://media-cloud.sermonaudio.com/text/718161636322.pdf