L’EVANGELIZZAZIONE

L’EVANGELIZZAZIONE

[EVANGELISM]

Noi crediamo che le ultime parole di un individuo siano della massima importanza. I membri della famiglia si stringeranno intorno al capezzale di un moribondo per afferrarne le ultime parole e, poi, richiamarle continuamente alla mente negli anni successivi. Ebbene, secondo me le ultime parole di Gesù Cristo, prima che Egli ascendesse al cielo, furono della massima importanza. Egli ce le ha lasciate in tutti e quattro i racconti evangelici e nel libro degli Atti.

Matteo 28:18-20: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.

Marco 16:15-16: “Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato”.

Luca 24:46-49: “Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto”.

Giovanni 20:21: “Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi”.

Atti 1:8: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”.

Notate che, in ognuno di questi casi, Gesù sottolinea la responsabilità degli apostoli di estendere il Suo regno. Essi devono fare discepoli tutti i popoli, predicare il Vangelo a ogni creatura, predicare il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, essere mandati da Gesù Cristo proprio come Egli fu mandato da Suo Padre, ed essere testimoni fino alle estremità della terra. Gesù diede lo stesso messaggio base in cinque modi diversi affinché gli apostoli non avessero alcun dubbio riguardo a quale sarebbe stato il loro compito, dopo che Egli se ne fosse andato. Egli lasciò che queste parole risuonassero nelle loro orecchie. C’era una cosa che Egli voleva che restasse impressa indelebilmente nella loro mente. Fu come se stesse dicendo: “Se dimenticate qualunque cosa Io vi abbia insegnato, non dovete dimenticare questa!”. Questi testi formano gli ordini di marcia per la Chiesa finché Cristo ritornerà.

Quanti di noi si riuniscono nelle chiese in casa devono affrontare in modo responsabile queste parole finali di Gesù Cristo. Teoricamente, noi dovremmo essere avvantaggiati rispetto a chi si riunisce in ambienti più tradizionali. Poiché non usiamo, solitamente, i nostri soldi per assumere un pastore o estinguere l’ipoteca di un locale, dovremmo avere tutte le finanze necessarie per compiere l’opera evangelistica nella nostra città. Inoltre, il modello della chiesa in casa è molto più semplice da riprodurre della chiesa tradizionale. Per fondare un’altra chiesa in casa non abbiamo bisogno di assumere una persona addestrata in un seminario teologico e di costruire uno speciale edificio religioso completo di croce, vetrate istoriate, pulpito, banchi e organo. Tutto ciò di cui abbiamo davvero bisogno per fondare una chiesa in casa è di una manciata di persone che amano Gesù Cristo e vogliono seguirLo insieme. Eppure, tutta la dinamica di una chiesa in casa può andare contro il commando di Cristo di andare a raggiungere il mondo di fuori con il Vangelo. Spesso, quando qualcuno viene in una chiesa in casa, gode così tanto della ricca e intima comunione con gli altri credenti che tende a concentrarsi su questo a discapito di questioni di eguale importanza come l’evangelizzazione, il discepolato e la fondazione delle chiese. Tuttavia, non dobbiamo permettere che questo succeda a noi. Le nostre chiese non devono avere solo una spinta interna pastorale, ma anche una spinta esterna missionaria.

Troppo spesso la chiesa ha la mentalità della fortezza. Vediamo il potere di Satana e dei suoi demòni e, volendoci proteggere dalla potenza e dalla contaminazione del peccato, battiamo in ritirata e ci rinchiudiamo in un chiostro di paura. Tuttavia, anziché metterci sulla difensiva, dovremmo essere sull’offensiva! Gesù disse che le porte del soggiorno dei morti non avrebbero potuto vincere la Sua chiesa (Mt 16:18). In questo passo, la chiesa è sull’offensiva e il soggiorno dei morti sulla difensiva! In base alla mia comprensione, Gesù intende dire che quando la chiesa invaderà in modo coraggioso e aggressivo il regno di Satana con il Vangelo di Gesù Cristo, il diavolo non riuscirà a respingere con successo il nostro attacco. Trionferemo noi. Noi abbiamo il potere e l’autorità di invadere il regno delle tenebre con la verità del Vangelo, e l’inferno non può fermarci. Che questa verità scaturita dalle labbra di Cristo vi incoraggi e vi inciti a nuove imprese evangelistiche!

Se tutto questo è vero, in che modo le nostre chiese in casa dovrebbero assumere il compito di raggiungere i perduti e fondare nuove chiese? Diamo uno sguardo ai posti e ai modi in cui la chiesa primitiva evangelizzava per ricavare qualche direttiva per le nostre stesse chiese.

DOVE EVANGELIZZAVA LA CHIESA PRIMITIVA?

Spesso le chiese di oggi cercano di evangelizzare invitando i non credenti a una delle loro riunioni. Un approccio popolare è di adattare il culto ecclesiale domenicale agli inconvertiti avendo musica professionistica, rappresentazioni teatrali e messaggi pratici diretti ai non credenti relativi ad aree quali i soldi, lo stress, il lavoro e la famiglia. Si spera che i non credenti siano attratti a Cristo attraverso tali mezzi. Dopo essersi convertiti, essi sono incoraggiati a frequentare uno studio biblico durante la settimana in cui possano crescere nella loro fede. Tuttavia, l’approccio neotestamentario è quasi completamente agli antipodi. Anziché invitare i perduti alle riunioni ecclesiali, la maggior parte dell’evangelizzazione neotestamentaria aveva luogo durante la settimana, quando i credenti entravano in contatto con i non credenti, oppure quando gli operai apostolici proclamavano Cristo nei luoghi pubblici. Le riunioni ecclesiali erano destinate all’edificazione dei credenti, non alla conversione dei non credenti (1 Cor 14:3, 5, 12, 17, 26). Naturalmente, di tanto in tanto i non credenti partecipavano effettivamente alle riunioni ecclesiali (1 Cor 14:24-25). Ciò nonostante, le riunioni non erano destinate a loro, ma piuttosto al rafforzamento della chiesa. Sembra che il modello biblico sia di proclamare Cristo agli altri quando il Signore ci dà l’opportunità di testimoniare e, quando qualcuno giunge alla fede in Cristo, di invitarlo poi a cominciare a riunirsi con altri credenti nelle nostre riunioni collettive.

IN CHE MODO EVANGELIZZAVA
LA CHIESA PRIMITIVA?

La chiesa primitiva prese alla lettera le parole di Gesù, cui cercò di ubbidire. Lo fece in due diversi modi. Impiegando categorie ampie e generali, gli apostoli (i fondatori di chiese) e gli evangelisti cercarono di raggiungere coloro che non conoscevano attraverso la predicazione pubblica, mentre gli altri membri della chiesa cercavano di raggiungere i perduti mediante l’interazione quotidiana con le persone che conoscevano. Gli operai apostolici predicavano Cristo nelle sinagoghe, nelle piazze e lungo i fiumi (At 13:5, 14; 17:17; 16:13). Dal suo canto, il resto della chiesa testimoniava anzitutto mediante il proprio contatto regolare e quotidiano con i non credenti. Ecco perché Paolo scrisse ai credenti dicendo: “Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, ricuperando il tempo. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Col 4:5-6). Pietro li esorta similmente: “[…] Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1 Pt 3:15). I membri della chiesa primitiva dovevano rispondere a quelli di fuori ed essere sempre pronti a difendere le proprie ragioni con chiunque chiedesse. Questi passi sembrano indicare che, solitamente, i cristiani primitivi testimoniavano del potere del Vangelo che trasforma la vita a quanti già conoscevano (l’evangelizzazione come stile di vita), mentre gli apostoli (i fondatori di chiese) adottavano un approccio più aggressivo nel predicare Cristo a quanti non conoscevano.

Quali implicazioni ha tutto questo sul modo in cui le nostre chiese in casa dovrebbero raggiungere i perduti? Ciò significa che, nelle nostre chiese, quanti sono stati dotati e chiamati da Dio a operare nell’evangelizzazione (evangelisti e fondatori di chiese) cercheranno dei luoghi pubblici per presentare il Vangelo di Cristo a chi non lo conosce. Forse si dedicheranno alla predicazione all’aria aperta, all’evangelizzazione per le strade, alla testimonianza porta a porta e alla distribuzione dei trattati. Forse saranno date loro opportunità di parlare in vari eventi e circostanze pubblici. Poiché io sono un bangioista bluegrass 1, ho avuto parecchie opportunità di predicare il Vangelo ad ampi pubblici secolari durante concerti e festival.

Dall’altro lato, gli altri membri della congregazione dovrebbero pregare e ricercare opportunità per parlare di Cristo a coloro con cui interagiscono come i compagni di classe, i vicini, i colleghi di lavoro, i parenti, i clienti o altri conoscenti. Inoltre, abbiamo bisogno di cercare di metterci regolarmente nei posti in cui possiamo interagire con i non credenti. Per conoscere persone possiamo unirci a un programma di sorveglianza del quartiere, a un club ricreativo o a un gruppo di ballo decente. Possiamo aprire le nostre case durante le feste e invitarvi i nostri vicini. Possiamo invitare i non credenti a cena da noi. Possiamo cominciare uno studio biblico a soggetto per uno qualunque dei nostri amici non salvati, che siano aperti a imparare ciò che ha da dire la Bibbia. Possiamo chiedere ai nostri amici non credenti per che cosa possiamo pregare riguardo alla loro vita. Sono rimasto sorpreso nello scoprire quanti nostri vicini siano davvero persone sole e gradiscano un’amicizia amorevole. Quando Dio ci dà un’opportunità di diventare amici di un non credente, dobbiamo essere semplicemente noi stessi e lasciare risplendere la nostra luce. Abbondano le opportunità di amare le persone e, così, di fare una differenza eterna nella loro vita.

Per giunta, le nostre chiese dovrebbero pregare per coloro che Dio ha dotato e chiamato a evangelizzare e fondare chiese, e dare loro generosamente. L’apostolo Paolo incitava spesso le congregazioni locali a pregare per lui nelle sue fatiche evangelistiche e apostoliche (Ef 6:19-20; Col 4:3-4). Nei testi appena citati, Paolo sta incitando i credenti a pregare per lui affinché Dio gli dia la franchezza di proclamare il mistero del Vangelo, e perché gli apra una porta per la Parola ed egli possa annunziare il mistero di Cristo. Per di più, Paolo elogiava costantemente quelle chiese che davano generosamente attingendo alle proprie risorse finanziarie per sostenere la sua opera evangelistica (Fil 4:14-19; 2 Cor 8:1-5). Preghiamo per quanti, oggi, Dio ha fatto sorgere come evangelisti e fondatori di chiese, e diamo.

Fra tutte le persone a cui testimonia la chiesa, ci saranno alcune che Dio ha preparate a ricevere Cristo e a essere salvate. E allora? Ebbene, chi ha condotto una persona a Cristo dovrebbe, se possibile, cominciare a discepolarla spendendo del tempo con lei, incoraggiandola, rispondendo alle sue domande su come vivere per Dio e fornendole un esempio di come servire Cristo. Quando Dio salva dei nuovi credenti, possiamo o aggiungerli alla chiesa esistente o cominciare a fondarne un’altra. Poiché le chiese in casa hanno uno spazio limitato di cui disporre (quante persone possa contenerne una casa), probabilmente, quando i numeri si avvicineranno alle 35 o 40 persone, comincerete a sperimentare qualche difficoltà a riunirvi. A quel punto, progettate di fondare una nuova chiesa! Potete fondarla o dividendo la chiesa precedente in due oppure staccandone alcune persone che diano inizio alla fondazione, lasciando la chiesa precedente per lo più intatta. Personalmente, preferisco quest’ultimo metodo. Quando le persone cominciano a stringere forti amicizie in una chiesa, può essere traumatico strapparle le une dalle altre. Potrebbe risultare assai meno stressante prendere pochi nuovi credenti e un fratello dotato nella fondazione di chiese, facendoli cominciare a riunirsi in una nuova località. Chi fonda quella chiesa può cominciare a insegnare a questi nuovi credenti in che modo funzionare come chiesa e come raggiungere il proprio ambiente sociale con il Vangelo di Cristo. Si spera che, col tempo, da questi neoconvertiti Dio faccia sorgere dei fratelli maturi che possano servire da anziani per pasturare il gregge. Adesso il fondatore della chiesa sarà libero di dedicarsi alla fondazione di una nuova chiesa, e in questo modo il processo ricomincerà tutto da capo.

Oh, che Dio scuota quanti di noi partecipano alle chiese in casa per sforzarsi di adempiere il Grande Mandato, affinché Gesù riceva gloria e il Suo regno si estenda in tutto il mondo!

— Brian Anderson
26/10/’06

(trad. Antonio Morlino)
19/07/’07

Alcuni credenti hanno il dono soprannaturale dell’evangelizzazione e/o della fondazione di chiese. La loro esistenza e il loro ministero sono un modello neotestamentario, specialmente nelle zone pionieristiche. Tuttavia, non ne consegue che ogni nuova chiesa debba essere cominciata da un fondatore di chiese in “buona fede”, altrimenti non si tratterebbe di un’autentica chiesa secondo il Nuovo Testamento. Sebbene il loro ministero sia di grande aiuto nella fondazione di una nuova chiesa, non è assolutamente essenziale, particolarmente nelle zone in cui il Vangelo è già stato predicato e la chiesa è solida.

— Il curatore

 

NOTE

  1. Un genere di musica country americana (N.d.T.).