IL MINISTERO DEL DARE
by Steve Atkerson
Quale gruppo di credenti riesce meglio a finanziare i fondatori di chiese e ad assistere i poveri: un migliaio di credenti organizzati in una singola chiesa tradizionale che si riunisce nel proprio santuario ecclesiale, completo di un complesso di Scuola Domenicale e di un “Centro di vita familiare” (che contiene una corsia di bowling, campetti da tennis e una palestra), o un migliaio di credenti suddivisi in 50 chiese in casa con conduttori per lo più che, oltre al ministero, svolgono anche un’attività lavorativa? Un’indagine delle congregazioni protestanti statunitensi ha rivelato che l’82% delle entrate ecclesiastiche va agli edifici, allo staff e ai programmi interni; solo il 18% va ai programmi per raggiungere la società. Nella chiesa in casa biblica, queste percentuali possono essere facilmente più che capovolte!
Poiché non esiste alcun complesso di edifici da mantenere, spesso alcun pastore a tempo pieno, e non viene passato alcun cestino delle offerte ogni settimana, una delle domande poste più frequentemente dalle persone nuove alla chiesa in casa è la seguente: “Che cosa ne facciamo delle nostre decime e offerte?”. La risposta è sia divertente sia liberante. Primo, Dio ama un donatore gioioso (2 Cor 9:6-7), e dare nel modo neotestamentario può essere un gran divertimento! Secondo, è liberante nel senso che le vostre risorse vengono elargite per essere date dove ce n’è più bisogno: sostenere gli operai ecclesiali a tempo pieno e assistere i bisognosi.
Poiché la chiesa in casa a cui partecipo fa raramente una colletta, in che modo diamo? Essendo un conduttore, io incoraggio ogni famiglia a mettere da parte una percentuale di ogni assegno paga nel loro fondo speciale delle offerte. Una settimana dopo l’altra, i fondi di ogni famiglia possono confluire lì, accumulandosi finché non sorga un bisogno nella congregazione. Nella nostra chiesa, il dare avviene di solito direttamente dal donatore a chi riceve, senza il coinvolgimento di un intermediario (sebbene le collette siano fatte saltuariamente). In questo modo, diamo ai missionari, agli orfanotrofi stranieri, alla chiesa perseguitata, agli anziani locali e ai bisognosi. Non abbiamo di proposito un conto in banca né una proprietà della chiesa.
LE COLLETTE
Nel Nuovo Testamento, pochi motive giustificavano una colletta vera e propria da parte della chiesa, collettivamente. Una era di aiutare gli altri credenti nel bisogno (At 11:27-30; 24:17; Rm 15:25-28; 1 Cor 16:1-4; 2 Cor 8:1-15; 9:12). Un’altra era di sostenere gli apostoli (i fondatori di chiese) nella loro opera (At 15:3; Rm 15:23-24; 1 Cor 9:1-14; 16:5-6, 10-11; 2 Cor 1:16; Fil 4:14-18; Tt 3:13-14; 3 Gv 5-8).
Ogniqualvolta dei credenti di altri posti stessero attraversando delle difficoltà (a causa di carestia, persecuzione o altro), le altre chiese erano chiamate in aiuto per fornire aiuto finanziario. È importante notare che tali collette non erano mai perpetue: cessavano una volta che il bisogno era stato soddisfatto (At 11:27-30; 12:25; 1 Cor 16:1-4). A tale proposito, noi della chiesa occidentale faremmo bene a sostenere i nostri fratelli della chiesa cinese. Le offerte locali ai poveri erano fatte in segreto e in modo diretto (Mt 6:1-4; 19-21; Ef 4:28). Inoltre, era tenuto dalla chiesa un elenco di vedove locali da assistere (1 Tm 5:3, 9, 16).
Inoltre, la chiesa era anche obbligata a sostenere l’invio degli apostoli (i fondatori di chiese). Il termine greco per inviare (propémp?) è, nel Nuovo Testamento, associato ad aiutare qualcuno nel proprio viaggio con cibo o soldi, provvedendo ai compagni di viaggio, ai mezzi del viaggio, ecc. S’intende inviare un apostolo con il sostentamento materiale (At 15:3; Rm 15:24; 1 Cor 16:6,11; 2 Cor 1:16; Tt 3:13; 3 Gv 5-8). Si può dire lo stesso per i termini “accogliere” e “ricevere” (Fil 2:29; 3 Gv 10). Accogliere o ricevere un fondatore di chiese significava fornirgli un alloggio temporaneo e provvedere alle sue necessità fisiche. Ai fondatori di chiese del Nuovo Testamento erano date delle somme forfettarie per farli giungere a destinazione. Una volta lì, essi avrebbero evangelizzato la regione, stabilito chiese gettando le fondamenta e proseguito. Durante il viaggio, le chiese esistenti avrebbero potuto accoglierli per mandarli, poi, nuovamente in missione.
1 Corinzi 9:1-14 afferma che gli apostoli/fondatori di chiese hanno il diritto di guadagnarsi da vivere con il Vangelo. Quando mancavano i fondi, Paolo era sufficientemente versatile da riuscire a provvedere ai propri bisogni. Gli altri che nella chiesa primitiva ricevevano i doni finanziari erano gli evangelisti e gli anziani qualificati a tempo pieno.
È inquietante confrontare gli obiettivi per cui si dava nel Nuovo Testamento con dove vanno a finire spesso, oggi, i soldi del ministero. Il giornale di Memphis, “The Commercial Appeal”, riferiva che a metà degli anni ’80 il complesso di edifici di una chiesa battista del centro cittadino aveva 10.000 mq di spazio interno, 1.400 posti auto, 221 aule e un auditorium che conteneva 2.700 persone. La media dei loro utili mensili, perfino a quei tempi, ammontava a 25.000 dollari! Il loro organo a canne fu valutato intorno agli 800.000 dollari. Come avrebbero mai fatto, Paolo e gli altri apostoli, ad andare avanti senza tali strumenti ministeriali? Nel Nuovo Testamento, non c’è molto che giustifichi tali dispendi. Invece, il modello neotestamentario è di dare alle persone, non alle proprietà.
LA DECIMA
“La Bibbia la insegna; io ci credo; la decima”. Sono queste le parole cantate settimanalmente dalla congregazione di una grande chiesa che ero solito frequentare. Alcuni pastori-insegnanti hanno dichiarato con forza che finché il popolo di Dio non dà la decima, sta derubando Dio (Ml 3:8-10)! Una megachiesa fa recitare ai suoi membri il “Credo di chi dà la decima”. Essi ripetono: “La decima è del Signore. Nella verità l’abbiamo imparato. In fede lo crediamo. Con gioia la diamo. La decima!”.
Naturalmente, la Bibbia insegna davvero la decima. La stessa Legge mosaica che richiede la decima insegna anche al popolo di Dio di non mangiare i gamberetti o le ostriche. La vera domanda è se tale leggi del Vecchio Patto siano ancora in vigore sotto il Nuovo Patto. La legge di Mosè è identica a quella di Cristo?
Per contro, la decima veterotestamentaria era obbligatoria, non volontaria. Il suo scopo era di sostenere finanziariamente un governo teocratico. Era come la nostra imposta sul reddito. Faceva parte dell’intero sistema levitico con i suoi sacerdoti e il suo tempio (2 Cr 24:6, 9). Diversamente da Israele, la chiesa non è sotto una teocrazia, ma piuttosto sotto governi umani e secolari. Diversamente da Israele, la chiesa non ha una speciale casta sacerdotale, ma piuttosto nella chiesa sono tutti sacerdoti. Diversamente dal Patto Mosaico, il Nuovo Patto non ha un tempio elaborato da costruire e mantenere. Invece, la chiesa si incontrava nelle case dei suoi membri, e gli stessi credenti (tanto individualmente quanto collettivamente) costituivano il tempio di Dio (pietre viventi in un tempio spirituale). Così come non ci sono più un tempio, una classe sacerdotale separata, una teocrazia, una terra santa, una dieta più restrittiva (ostriche, gamberetti), così non esiste più la decima. Nel Nuovo Patto, non è mai comandato di decimare. C’è stato un cambio di legge (Eb 7:12), il regolamento precedente è stato abrogato (Eb 7:18) e il Nuovo Patto ha reso antico il primo (Eb 8:13, ND).
Alcuni fratelli si sentono ancora costretti a dare la decima, visto che tale pratica precede effettivamente il Vecchio Patto. Ad esempio, Abraamo diede la decima a Melchisedec, e poiché l’Antico Patto non iniziò parecchie centinaia di anni dopo quell’avvenimento, dare la decima è considerata una pratica perenne che trascende qualunque patto. All’inizio, questa tesi sembra plausibile. Tuttavia, quando ci si rende conto che questo è un avvenimento isolato (non perenne) nella vita di Abraamo (si può dire lo stesso per la decima di Giacobbe), e che Abraamo offrì anche dei sacrifici animali e circoncise i maschi della sua casa (pratiche considerate, ora, entrambe obsolete da tutti i cristiani), svanisce la forza di quella tesi. Al massimo, si potrebbe giungere alla conclusione che si debba dare la decima solo una volta in tutta la vita!
La coscienza di altre persone è vincolata dalle seguenti affermazioni di Gesù: “Pagate la decima della menta, dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge […]. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre” (Mt 23:23). La chiave della corretta applicazione di questo sta nella parola legge (Mt 23:23). Gesù stava parlando ai maestri della legge e ai farisei — uomini che vivevano prima dell’inaugurazione del Nuovo Patto. La legge è quella del Patto Mosaico, non del Nuovo Patto. Agli Israeliti dei tempi di Gesù era davvero richiesto di dare la decima (e, fra parentesi, fare sacrifici animali). A noi del Nuovo Patto non è richiesto tutto questo poiché il primo patto e la sua legge sono passate. Evviva la legge di Cristo!
Naturalmente, non c’è nulla di sbagliato nel dare la decima, se questo è ciò che Dio vi ha indotto a fare. Come già fatto notare, Abraamo e Giacobbe diedero entrambi la decima volontariamente, prima che fosse data la legge. Essi fungono da buoni esempi da seguire! La chiave è che il nostro dare dev’essere in armonia con come abbiamo stabilito nel nostro cuore di dare. Però non sentitevi obbligati a dare la decima.
SEMINARE E RACCOGLIERE
Indiscutibilmente, il Nuovo Patto decanta la virtù della generosità. In Matteo 6:19-21, Gesù ci ha insegnato a farci tesori in cielo. In Matteo 19:21, Gesù ha detto al giovane ricco che, dando ai poveri, egli avrebbe potuto avere un tesoro nei cieli. 1 Timoteo 6:18-19 ci esorta a essere “generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire”. Dobbiamo mettere in comune ciò che abbiamo con gli altri, “perché è di tali sacrifici che Dio si compiace” (Eb 13:16).
Ma quanto dovremmo dare? La risposta dipende da quanto vogliamo raccogliere dopo, da quanto vogliamo essere benedetti e da quanti tesori vogliamo in cielo. La Scrittura dice di ricordare questo: “Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente. Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso” (2 Cor 9:6-7). Secondo il Nuovo Patto, ciascuno dovrebbe dare “come ha deliberato in cuor suo”. Ecco tutto quello che viene richiesto! Dare la decima, come richiesto da Mosè, non è una pratica del Nuovo Patto. Notate che il testo dichiara che il nostro dare non dev’essere fatto “di mala voglia, né per forza” (2 Cor 9:7). Se qualche insegnante dice che dovete dare la decima, altrimenti state derubando Dio, non significa questo indurre le persone a farlo per forza?
Date qualunque cosa abbiate deliberato in cuor vostro di dare. Ma considerate che, probabilmente, se volete utilizzare al meglio le vostre risorse finanziarie, non dovreste investirle in speciali santuari ecclesiastici, nello stipendio al custode, in coreografie, in eleganti sedie a mo’ di trono in cui si accomodi il pastore, oppure in organi a canne da ottantamila dollari. Anzitutto, investiteli in ciò che vuole Dio: aiutare i bisognosi e sostenere gli operai ecclesiali (missionari, fondatori di chiese, apostoli, evangelisti, anziani qualificati, ecc.).
(trad. Antonio Morlino)
16/08/’05